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Le isole Dahlak politicamente fanno parte dell’Eritrea e si trovano nella parte meridionale del Mar Rosso.
Questo mare, per quanto relativamente piccolo, viene considerato dai geologi un vero e proprio oceano in formazione, a causa della separazione della placca africana da quella arabica, un processo simile a quello che ha formato l’Oceano Atlantico.
La forte insolazione dovuta alla posizione tropicale e alla scarsa copertura nuvolosa fanno del mare delle Dahlak uno dei più caldi del mondo, con una temperatura dell’acqua che varia tra i 26°C del periodo invernale e i 32°C di luglio e agosto.
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Anche la salinità, 38 per mille alle Dahlak, è elevata, come conseguenza della forte insolazione, del relativo isolamento dall’Oceano Indiano e della mancanza di fiumi permanenti.
Le acque delle Dahlak sono biologicamente più ricche e produttive di quelle ben più famose del Mar Rosso settentrionale perché le Dahlak emergono da una bassa piattaforma continentale e i venti e le correnti locali riescono a smuovere dai fondali i sali necessari allo sviluppo del plancton.
Inoltre, per molti mesi all’anno una corrente costante entra dall’Oceano Indiano portando acque più ricche. |
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Una conseguenza dell’abbondanza di plancton però è che le acque sono spesso molto torbide.
Solo d’estate la visibilità migliora perché allora predominano venti da nord che spingono verso le Dahlak l’acqua più limpida del Sudan.
Grandissima è la varietà biologica del Mar Rosso e le acque delle Dahlak ne sono una dimostrazione.
Elevato è anche il grado di endemismo, cioè della percentuale di specie animali e vegetali con una ristretta distribuzione geografica.
Molte di queste vivono solo nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden dove si sono evolute in parziale isolamento dal
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resto dell’Oceano Indiano dalla presenza di acque fredde lungo le coste dello Yemen meridionale e dell’Oman. Altre specie sono ristrette al solo Mar Rosso e sono riuscite a sopravvivere alla crisi di salinità dell’ultima glaciazione quando il livello degli oceani si abbassò anche di 130-150 metri rispetto al livello attuale, rallentando l’ingresso di acqua nel Mar Rosso che si trasformò in un lago ipersalino inadatto alla vita della normale fauna e flora marina tropicale. In alcuni punti però, come nelle foci dei fiumi o all’ingresso meridionale del Mar Rosso, la salinità era meno elevata e queste specie sopravvissero. |
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Poi alla fine della glaciazione il livello degli oceani riprese a salire riportando 11.000 anni fa la salinità del Mar Rosso a livelli normali e ripopolandolo con tutte le specie tropicali che nel frattempo erano sopravvissute nel vicino Golfo di Aden.
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